Angioy Angioj de’ Campus Campus Ispana

Alias de’ Lacon de Thory de Zori Calafu de’ Serra de’ Gunale

 

CASATO

 

Di Origine Franco-Sarda, presente fin dal 1380 circa nel Capoluogo della Curatoria di Dore-ORANI, in provincia di Nuoro, gli Angioy-Angioj  di Orani, appartengono alla più antica, originale, naturale nobiltà di Spada non di Concessione, della Villa in oggetto, e fin dal Medioevo esercitarono il mestiere delle Armi Nobili e Cavalieri Sardi con titolo di Don ed altresì Spagnoli.

Un fuoriuscito corso, Semidei, sposato ad Orani con una Angioi, era cugino della madre di Napoleone Buonaparte e può aver avuto notevole influenza sulla simpatia dgli Angioi per la rivoluzione francese. Gli Angioi compaiono come notai, sindaci, donatori, ancora in atti dell’Ottocento A questo illustre casato apparteneva Marianna Bussolay, sensibile poetessa, combattente sardista, antifascista della prima ora.

Gli Angioi di Orani risultano iscritti a pag 10 dell'elenco Ufficiale definitivo delle Famiglie Nobili e Titolate della Sardegna, pubblicato a Roma il 1902 (edizioni Anastatiche Trois -Cagliari), ai sensi del Decreto del 2 Luglio 1896 n°3I3 della Consulta Araldica istituita da Vittorio Emanuele III, Re d’Italia, relativo alle persone delle Famiglie che ottennero la Concessione in base alle prove discendentali, alle ricognizioni, alle transazioni feudali ed agli interventi negli antichi Parlamenti  Generali della Sardegna ed infine agli Elenchi Nobiliari compilati nel 1822 in occasione dell’assunzione al Trono di S.M. Carlo Felice (Ultimo Riconoscimento).

La nobiltà della famiglia é documentata da tempo immemorabile sia nei più antichi testi di Storia Sarda che nella tradizione popolare e risulta confermata anche nei Diplomi di Concessione della Nobiltà Spagnola che così recita “discendenti da antica ed onorata Stirpe”.

 

Dagli Atti del Convegno sul Marchesato di Orani (18 giugno 2005)

Il prof. Gianfranco Tore, docente di Storia Moderna Facoltà di Lingue Università di Cagliari, parlando su feudalità e ceti sociali nel Marchesato di Orani afferma (dal sito www.orani.it/Marchesato/integrale_tore.html):

"Gli Angioy, i Guiso, i Carta, i Pirella, i Cadello, i Satta, i Gaya devono le loro fortune sia al ruolo da essi svolto come capitani di quelle milizie feudali che erano state ripetutamente mobilitate dal baronato tra Cinque e Seicento per la difesa del Capo del Logudoro dalle incursioni barbaresche e da quelle effettuate dalla flotta francese ma anche alla capacità che queste famiglie hanno di fornire ad una parte dei loro consanguinei un elevato grado di istruzione per consentire ai propri figli di inserirsi nell’apparato amministrativo e giudiziario e nella gerarchia ecclesiale...........

Le famiglie che ad Orani esercitano in età moderna maggiore influenza sono tuttavia quelle degli Angioy, dei Manca Guiso, dei Cadello, dei Pirella........

Anche gli interessi della famiglia Angioy travalicano, fin dal XVI secolo, gli angusti confini del feudo di Orani. Mentre alcuni discendenti ottengono il cavalierato (1631-1652) e si inseriscono a vari livelli nella amministrazione feudale altri, avviati agli studi e conseguita la laurea ottengono parrocchie e rettorie. Uno di essi, Giuliano Angioy, a metà 600, (1647) diventa canonico della diocesi algherese e Commissario del Santo Uffizio. Sia l’una che l’altra carica fornivano annualmente un reddito assai elevato. Anche nel Settecento gli Angioy avviano alla carriera ecclesiastica diversi loro consanguinei che troviamo citati in carte ecclesiastiche ed in atti notarili.

Dei fratelli di Giovanni Leonardo, antenato di Giommaria Angioy, il famoso giudice e patriota, Giovanni Maria si trasferì a Bono dove sposò Giovanna Ledà Satta Gaya ed Emanuele ad Iglesias dando luogo ad un altro ramo rappresentato dall’avvocato Antioco Giuseppe. Quest’ultimo trasferitosi a Cagliari divenne segretario del Consiglio di città.

Agli Angioy è legata tra le altre anche la casata degli Asquer. Uno di essi (Giovanni Battista) appartenente al ceto mercantile genovese, ( e forse interessato all’appalto del marchesato) quando la peste si diffuse nell'isola (1653-55) si trasferì con la famiglia da Cagliari ad Orani dove morì colpito dal pericoloso flagello. Mentre il resto della parentado, scomparso il pericolo, rientrava nella capitale legando per via matrimoniale le proprie sorti a quelle dei Martì (ricchi commercianti), dei Cugia (commercianti e magistrati) e degli Amat e acquisendo il viscontado di Flumini, una delle figlie di Giovanni Battista, unitasi ad Orani in matrimonio con un Angioy, diede origine al ramo Angioy Asquer. I vincoli di parentela tra i due ceppi nobiliari furono rinnovati nella seconda metà del Settecento quando un figlio di don Gavino Asquer, visconte di Flumini, e di Isabella Cugia, impalmò Teresa, figlia dell’avvocato Giuseppe Angioy (del ramo Angioy di Iglesias).

Da quanto si è rilevato appare evidente che le ville del marchesato e Orani in particolare, poterono contare sulla influente protezione di famiglie residenti nella capitale del regno e legate a doppio filo al mondo del commercio, agli apparati amministrativi e giudiziari, all’alto clero. Per il marchese ed i suoi amministratori il confronto con le più potenti famiglie oranesi (Angioy, Cadello, Satta, Gaya, Manca Guiso, Pirella) fu sempre carico di incognite.

I legami che esse coltivavano con amici e parenti che vivevano in città e ricoprivano importanti uffici e la politica di tutela nei confronti delle comunità locali praticata dalla corona ispanica e da quella sabauda rendeva problematica qualsiasi pretesa signorile. A questo proposito è opportuno ricordare il citato mandato affidato nel 1694 da 24 vassalli di Orani all’avvocato Giovanni Pirella (che funge in questo caso da nume tutelare degli interessi della comunità) affinché difenda i loro diritti di pascolo davanti ai giudici della Reale Udienza e il ricorso presentato nel 1702 per conto della villa di Orani dall’avvocato Giovanni Angioy Asquer, originario di Orani ma anche “cittadino di Cagliari” contro il podatario Giorgio Cugurra.

Le carte che abbiamo esaminato sembrano avallare l’ipotesi che il progressivo calo delle rendite feudali e l’accresciuto potere di contrattazione delle comunità inizi con l’inurbamento a Cagliari e Sassari delle famiglie nobili oranesi, e il freno posto dai Savoia alle rivendicazioni della grande feudalità spagnola. Su questo versante, nel ventennio 1745-1765 si realizza una svolta decisiva che muta definitivamente i rapporti tra baronato e comunità".

 

GENEALOGIA

dal Capo Stipite

ANTONIO ANGIOY-ANG1OJ-CARTA-PIRELLA- SATTA

Dall'archivio storico di Cagliari

 

 

I°-Generazione -Giovanni Leonardo Angioy Carta, nobile Sardo cavaliere ereditario, titolo di Don ed altresì Spagnolo, nel I600 combatté da ‘Privado’  con truppe proprie per il Re di Spagna Filippo IV, successivamente in qualità di Capitano di Guerra nel 1614 (vedi nota allegata) organizzò la difesa della città di Bosa rendendo così vano ogni tentativo di sbarco dell’armata francese comandata dal Grande Ammiraglio, Enrico di Lorena. Giovanni Leonardo Angioy Carta sposa la nobile Angela Pirella, dalla quale ebbe, per figlio primogenito, Giacomo, che sposò in Castello- Cagliari il 3 Novembre I652 Asquer donna Angelica figlia di don Giovanni Battista e di Donna Maria Morisana. Testimone Don Giovanni Dellamotta.

Per la Genealogia vedi il Ramo di Cagliari Iglesias etc.

 

  2°- Generazione  -Franciscu  Angioy Carta, nobile Sardo cavaliere ereditario titolo di Don ed altresì Spagnolo sposato con Donna Giovanni Porcu, non ebbe prole.

 

3°-Generazione -Pera Franciscu Angioy Carta, nobile Sardo de Orani, cavaliere ereditario, titolo di Don ed altresì Spagnolo discendente da Antica ed Onorata Stirpe, sposò Donna Jannanghela Tolu Dejana Carta di Oliena, figlia di don Giovanni Tolu e di Donna Angela Dejana Carta, dello stesso casato di Giovanni Dejana, Signore delle Barbagie di Ollolai e del Mandrolisai, nelle quali successe, sua figlia Quirica il 12 Settembre 1412, che sposò suo cugino Leonardo Cubello Dejana, Marchese di Oristano e Conte del Goceano.

Don Pera Franciscu Angioy Carta e Donna Jannanghela Tolu Dajana Carta ebbero, per figlio primogenito, Juan Maria Angioy Tolu Dejana, che si sposò con Donna Marianna Carta. Da lui discendono tutti gli Angioy Ledà Satta Gaja  di Bono, gli Angioj Minutili Pes di Benetutti, ed il sottoscritto, Giovanni Antonio Angioj Campus de Campus Ispana, estensore di queste note.

 

A Don Pera Francesco Angioy Carta Pirella Satta, per il suo comportamento eroico e per gli alti meriti conseguiti in guerra, il Re di Spagna Filippo IV conferì l’Arma Gentilizia personale raffigurante un Agnello d’Argento in Campo Azzurro.

 

 

CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA DI ORANI

 

La chiesa, accanto alla quale viene edificato il convento, è anteriore ad esso e quasi sicuramente risale alla metà del 1400.

La vecchia chiesa, secondo il documento anonimo conservato nella biblioteca comunale è stata ampliata e restaurata da Padre Leonardo Carta a sue spese e annessa al convento nel 1628.

È certo, invece che la vecchia chiesa, da cui il convento prende il nome, non viene né ampliata o restaurata ma sappiamo dal Pistis e dal documento della "Fundacion" che cade in rovina verso la fine del 1600 e viene ricostruita ai primi del '700 nello stile e nella forma che la distinguono ancora oggi.

Anche per questa costruzione occorrono molti anni, specialmente per portare a termine le cappelle laterali dedicate a San Francesco e Sant'Antonio di Padova e per il coro.

Il coro risulta ancora in costruzione nel 1730 quando il Pirella stende le sue note storiche sui francescani in Sardegna.

In tempi successivi, con l’entrata in vigore della legge Siccardi emanata dal Governo Piemontese, parte dell’area intorno alla chiesa è stata utilizzata per l'edificazione del Palazzo Comunale e per altri Uffici Governativi.

La chiesa consta all'interno di un'unica navata centrale sul vecchio stile francescano, con altare maggiore e sei cappelle: tre per parte.

Sulla cappella di San Francesco, fino alla soppressione, grava il diritto di patronato della famiglia Angioi, la quale ha su di essa lo Jus sepeliendi. Lo stesso diritto almeno nei casi di esplicita scelta da parte di coloro che vogliono essere sepolti in San Giovanni Battista, spetta a tutta la chiesa, come attesta il contenzioso del 1710 tra i1 convento e la parrocchia.

In detta chiesa non c'è altro Jus sepeliendi  nè Jus patronatus

Lettera originale di G.Leonardo Angioy Carta al Re di Spasgna Filippo IV.

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lettera originale del Vice Re di Sardegna Girolamo Pimentel de' Zuniga al Re di Spagna Filippo IV.

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ORANI

ALTARE DI S. FRANCESCO,

Chiesa di S. Giovanni Battista